"L'orientamento sessuale non è una scelta" eppure, nella nostra civilissima(?) Italia, a questa affermazione si risponde gridando allo scandalo.
L'intento originario era quello di dire no alle discriminazioni di genere ma le reazioni alla campagna realizzata dalla Regione Toscana con il patrocinio del Ministero delle Pari Opportunità, hanno sollevato un polverone tale da tacciare il lavoro di indecenza, immoralità, pessimo gusto.
Perchè? Perchè nel visual del soggetto che diventerà frontespizio di cartoline, copertina di brochure e depliant per la due giorni di incontri contro le discriminazioni che si svolgerà a Firenze il 26 e 27 ottobre prossimi nell'ambito del Festival della Creatività, vi è un neonato con con la classica fascetta al polso dove, al posto del nome, c'è scritto "homosexual".
«Strumentalizzare i neonati per far passare l'idea che le pulsioni omosessuali siano una caratteristica innata dei bambini è un atto fuorviante e vergognoso sotto il profilo scientifico, politico e sociale» commenta Luca Volontè del centrodestra, «Non è il caso di arrivare a fare uno spot di quel genere» è quanto sentenziato, invece, dal cardinale Tarcisio Berton. Ma l'assessore alle Riforme Istituzionali della Regione Toscana Agostino Fragai, replica alle dure critiche dicendosi sorpreso di «alcuni toni che a volte sono apparsi eccessivi e che nascondono dietro la difesa della purezza dei neonati forse altre idee e una qualche punta di discriminazione».
Francamente io mi trovo perfettamente d'accordo con ques'ultima osservazione e mi chiedo: non è forse più vergognoso speculare sull'immagine dei bambini troppo spesso strumenti e al contempo vittime della macchina del consumismo?
L'Italia sembra essere diventata davvero il Paese degli scandali ma se il caos provocato da talune circostanze può servire ad innescare dibattiti costruttivi attorno a tematiche di forte rilevanza sociale, significa che non tutto il male viene per nuocere.
Voi che ne pensate?
L'intento originario era quello di dire no alle discriminazioni di genere ma le reazioni alla campagna realizzata dalla Regione Toscana con il patrocinio del Ministero delle Pari Opportunità, hanno sollevato un polverone tale da tacciare il lavoro di indecenza, immoralità, pessimo gusto.
Perchè? Perchè nel visual del soggetto che diventerà frontespizio di cartoline, copertina di brochure e depliant per la due giorni di incontri contro le discriminazioni che si svolgerà a Firenze il 26 e 27 ottobre prossimi nell'ambito del Festival della Creatività, vi è un neonato con con la classica fascetta al polso dove, al posto del nome, c'è scritto "homosexual".
«Strumentalizzare i neonati per far passare l'idea che le pulsioni omosessuali siano una caratteristica innata dei bambini è un atto fuorviante e vergognoso sotto il profilo scientifico, politico e sociale» commenta Luca Volontè del centrodestra, «Non è il caso di arrivare a fare uno spot di quel genere» è quanto sentenziato, invece, dal cardinale Tarcisio Berton. Ma l'assessore alle Riforme Istituzionali della Regione Toscana Agostino Fragai, replica alle dure critiche dicendosi sorpreso di «alcuni toni che a volte sono apparsi eccessivi e che nascondono dietro la difesa della purezza dei neonati forse altre idee e una qualche punta di discriminazione».
Francamente io mi trovo perfettamente d'accordo con ques'ultima osservazione e mi chiedo: non è forse più vergognoso speculare sull'immagine dei bambini troppo spesso strumenti e al contempo vittime della macchina del consumismo?
L'Italia sembra essere diventata davvero il Paese degli scandali ma se il caos provocato da talune circostanze può servire ad innescare dibattiti costruttivi attorno a tematiche di forte rilevanza sociale, significa che non tutto il male viene per nuocere.
Voi che ne pensate?
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