Grazie al Jdf, d’ora in avanti si potrà parlare di “produzione in rete”, ovvero di un workflow di rete in grado di unire le fasi di prestampa, stampa e post-stampa del processo produttivo. Il sogno di una perfetta integrazione tra sistemi e processi nel settore della stampa sta per diventare realtà, grazie al Jdf (Job Definition Format), il formato in grado di trasmettere i dati dai sistemi informatici di gestione alle macchine o ai gruppi di attrezzature produttive e alle relative consolle, scambiare informazioni tra applicazioni commerciali, integrare dati nel workflow tecnico e importare i dati di produzione in quelli amministrativi. In passato la comunicazione tra macchine e workflow appariva spesso difficile: il software si adattava al workflow, ma il più delle volte non riusciva a controllare l’hardware, che necessitava di un’interfaccia speciale, solitamente piuttosto costosa. Alcuni dei sistemi di workflow attualmente sul mercato producono già dati utilizzabili dai workflow successivi. Tali dati si basano sullo standard Cip3 – ora rinominato Cip4 – il primo standard internazionale per la trasmissione dei dati nel workflow di stampa. Lo standard è basato su un’innovativa “lingua di sistema” chiamata Jdf, che garantisce la comunicazione tra i sistemi di workflow di qualsiasi produttore. Il formato oltre a consentire di trasmettere i dati per la produzione vera e propria, permette di mettere a punto quelli di pianificazione e valutazione dei sistemi informatici di gestione (Mis) e di calcolo. Tutto questo in teoria, perché finora non è ancora stato raggiunto uno standard ufficiale e nella pratica, l’introduzione del Jdf rappresenta un problema per le Pmi, in quanto richiede applicazioni in grado di supportarlo e, nella maggior parte dei casi, non dispongono di strutture It e di strumenti informatici di gestione adeguati. Nonostante questi intoppi, l’era del Jdf è iniziata. Presto alle tipografie e alle aziende grafiche si prospetteranno nuove opportunità di crescita proprio grazie a questo linguaggio. Il nuovo formato permetterà infatti di automatizzare alcune procedure già in rete ma che gli addetti ai lavori svolgono ancora manualmente, permetterà di eliminare il problema delle interfacce per le diverse macchine e, grazie all’avanzata automazione gestionale, l’azienda potrà limitare il numero dei dipendenti.JDF la tecnologia al servizio della stampa.
martedì 8 novembre 2005
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editoria
Grazie al Jdf, d’ora in avanti si potrà parlare di “produzione in rete”, ovvero di un workflow di rete in grado di unire le fasi di prestampa, stampa e post-stampa del processo produttivo. Il sogno di una perfetta integrazione tra sistemi e processi nel settore della stampa sta per diventare realtà, grazie al Jdf (Job Definition Format), il formato in grado di trasmettere i dati dai sistemi informatici di gestione alle macchine o ai gruppi di attrezzature produttive e alle relative consolle, scambiare informazioni tra applicazioni commerciali, integrare dati nel workflow tecnico e importare i dati di produzione in quelli amministrativi. In passato la comunicazione tra macchine e workflow appariva spesso difficile: il software si adattava al workflow, ma il più delle volte non riusciva a controllare l’hardware, che necessitava di un’interfaccia speciale, solitamente piuttosto costosa. Alcuni dei sistemi di workflow attualmente sul mercato producono già dati utilizzabili dai workflow successivi. Tali dati si basano sullo standard Cip3 – ora rinominato Cip4 – il primo standard internazionale per la trasmissione dei dati nel workflow di stampa. Lo standard è basato su un’innovativa “lingua di sistema” chiamata Jdf, che garantisce la comunicazione tra i sistemi di workflow di qualsiasi produttore. Il formato oltre a consentire di trasmettere i dati per la produzione vera e propria, permette di mettere a punto quelli di pianificazione e valutazione dei sistemi informatici di gestione (Mis) e di calcolo. Tutto questo in teoria, perché finora non è ancora stato raggiunto uno standard ufficiale e nella pratica, l’introduzione del Jdf rappresenta un problema per le Pmi, in quanto richiede applicazioni in grado di supportarlo e, nella maggior parte dei casi, non dispongono di strutture It e di strumenti informatici di gestione adeguati. Nonostante questi intoppi, l’era del Jdf è iniziata. Presto alle tipografie e alle aziende grafiche si prospetteranno nuove opportunità di crescita proprio grazie a questo linguaggio. Il nuovo formato permetterà infatti di automatizzare alcune procedure già in rete ma che gli addetti ai lavori svolgono ancora manualmente, permetterà di eliminare il problema delle interfacce per le diverse macchine e, grazie all’avanzata automazione gestionale, l’azienda potrà limitare il numero dei dipendenti.
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