Gli inserzionisti spenderanno più di 400 milioni di dollari nel podcasting entro il 2011, ma ci sono ancora dubbi su chi li ascolterà.
Ricordate il podcasting? Per i ripetenti spieghiamo che il podcasting è un sistema che permette di scaricare in modo automatico risorse audio, video o testuali in estensione .pdf, chiamate podcast, utilizzando un programma (un "client") generalmente gratuito chiamato aggregatore o feeder. Un podcast è un file audio, video o di testo (file pdf), scaricabile automaticamente da un apposito programma, messo a disposizione su Internet per chiunque si abboni ad una trasmissione periodica.
I marketer sono stati occupati a lungo nell’inserimento di pubblicità su You Tube. Il primo buzz medium ha infatti speso gli ultimi due anni nella costruzione del suo audience ed acquisire capacità di pubblicità. Adesso, i podcast sono finalmente pronti ad afferrare una grande fetta della multimilionaria torta di investimenti online. Una ricerca firmata da eMarketer spiega come gli advertiser spenderanno più di 400 milioni di dollari entro il 2011, più di 80 milioni lo scorso anno.
La scottante dichiarazione dell’entrata di Google nell’area del podcasting ha fatto decollare il titolo in borsa. Google cercherà di rispondere alle domande più pressanti degli advertiser, come: Quante centinaia di migliaia di persone si stanno sintonizzando sui podcast online, e chi sono?.
Un rapporto di James Belcher spiega come nei prossimi 5 anni verrà sviluppata la possibilità di inserire pubblicità audio, basata su keyword all’interno del podcast. Tuttavia, siamo già a conoscenza che Google ha esteso il campo nell’audio marketing acquisendo una società di pubblicità radiofoniche (dMarc). Belcher aggiunge inoltre che, Google svilupperà una versione di Adsense per podcast.
Il problema principale consiste nel convincere gli inserzionisti sull’effettiva validità del media in questione. Essi infatti pretendono le stesse certezze in termini di dimensioni e tipo di audience fornite dai media tradizionali. Un problema che Jonathan Cobb, CEO di Kiptronic, una startup che investe in pubblicità nei podcast video e audio, spiega così: “I marketer riscontrano difficoltà strategiche perché con questo media, anche se si riesce a sapere il numero dei downloads effettuati dagli utenti, non sì ha il numero delle persone che effettivamente interagiscono col l’ad” ed inoltre aggiunge che “sarebbe impossibile per qualcuno che fa jogging mentre ascolta un podcast in palestra, cliccare su una pubblicità”. Cobb ci tiene a sottolineare come come neppure televisione e radio forniscano il click-trough rate. Un altro punto di perplessità degli inserzionisti, è l’affidabilità dei dati forniti dalle agenzie, anche per questo motivo si richiede spesso un’analisi da una “terza parte”.
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