Precise strategie di guerrilla o la voglia di dare una spiegazione a tutto?

martedì 8 gennaio 2008 ·

Sono sempre più le piccole e medie imprese che ricorrono all'uso di tattiche di marketing non convenzionale. Come dimostrato dal successo di numerose aziende emerse proprio grazie a campagne di stikering (come A-Style oppure Oh!No, John!) o ambush marketing, i risultati non esitano ad arrivare. Questi simboli che inizialmente erano messaggi subliminali spesso di radio (radio 105 ed RTL sono alcune tra le prime), sono diventati nel corso del tempo una emulazione che interessa migliaia di attività e che porta persone comuni ad interrogarsi ogni giorno sugli infiniti significati che un'immagine può avere.

L'amica Marta Reali ci ha gentilmente spedito alcune foto scattate durante il periodo natalizio nelle zone di Trastevere, San Lorenzo e Prenestina, nelle quali degli adesivi erano state oggetto di una domanda: un gioco o un' azione di guerrilla?


Sicuramente una domanda legittima per una appassionata di comunicazione che come tutti noi cerca di trovare una spiegazione ad ogni nome, simbolo e perfino adesivo che vede.


Io rigiro la domanda sperando che qualcuno abbia una risposta, intanto vedendo le immagini mi viene da dire che: chi sviluppa una campagna del genere dovrebbe in primo luogo sincerarsi che a breve l'identità dell'adesivo o del suo stravagante posizionamento venga svelato, in modo da fornire una risposta pronta al pubblico e a confermare che le loro intuizioni su un molteplice significato erano esatte. Un'immagine ambigua o una scritta eloquente è più facile che provochino interesse rispetto a qualcosa di comune, proprio per questo la straordinarietà viene ripagata, un'azione "me too"no.
C'è da ragionare sul fatto che una multinazionale che adotta una tattica di tipo non convenzionale, in genere la integra all'interno di strategie di più lungo respiro, e la promozione spesso multicanale viene sostenuta da molteplici strumenti come internet o comunicazione tradizionale. Quanto detto porta a dimostrare che senza budget sufficienti nessuna azione (soprattutto di quelle scontate, viste e riviste) avrà il successo sperato. Ad esempio, ritornando ad A-Style, ricordo di aver conosciuto personalmente l'ideatore della campagna. In primis, c'è da dire che la linea era stata commissionata da una casa di moda molto grande, che indubbiamente disponeva di budget di marketing necessari al lancio, inoltre la sera prima del lancio della linea, la città di Milano è stata completamente tappezzata da questo marchio molto ambiguo. Al risveglio erano migliaia le persone che interessate dallo strano logo si erano chieste quale fosse il vero significato. Qualche ore dopo si è diffusa la notizia con un comunicato ufficiale ed è qui che si è sentita l'aria del successo. In conclusione, un mero tatticismo non può bastare per un lancio o rilancio di alcuna attività, ed inoltre può produrre effetti desiderati solo quando l'interrogazione del target group viene confermata da una comunicazione ufficiale o passaparola.

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