Crazy Italy: andamenti pubblicitari in Italia

giovedì 2 febbraio 2006 ·

Nella pubblicità, come in ogni altra forma di comunicazione, la qualità è più importante della quantità; grandi investimenti possono essere molto meno efficenti di quanto la loro dimensione farebbe presumere, se non fossero gestiti con il giusto equilibrio di strategia, esperienza e fantasia. Coraggio e giuste strategie fanno di piccoli investimenti grandi risultati.

Spesso si confonde l'importanza di un investimento con il quantitativo dell'investimento stesso, ma è fondamentale capire che si tratta di due percorsi diversi: è chiaro che per scegliere la strategia migliore bisogna anche avere coraggio ed osare la dove si crede.

Cinquant'anni fa le impostazioni strategiche della pubblicità erano prevalentemente ispirate al modello americano, in seguito, però, ci sono stati interessanti sviluppi anche in Europa, come Germania, Inghilterra, Spagna e Italia. Ancora oggi, tuttavia il fattore americano ha molta risonanza in tutto il mondo e la spiegazione sta nel fatto che per la stragrande maggioranza dei casi sono le società multinazionali ad avere la predominanza del mercato, e l'80% delle multinazionali si trova in America; ma non è tutto, poiché un gande supporto di queste campagne viene proprio dagli utenti i quali (quelli americani) riescono ad enfatizzare molto di più un prodotto rispetto alle comunità europee.



Questo grafico riporta il cui scopo una situazione di mercato pubblicitario dove Amerca Latina, ma soprattutto Nord America hanno circa il 50% del totale!!!

E' chiaro che l'attendibilità di queste stime non è totalmente attendibile, ma ci si avvicina molto. L'italia si trova all'ottavo posto nel mondo, con il 2,5% circa degli investimenti pubblicitari globali. Dati abbastanza attendibili dimostrano tuttavia che nel biennio 2004/2005 abbiamo avuto un incremento del 36% rispetto al 1995. Ci sarebbe da pensare che non è poi così male, ma la realtà è che negli ultimi 5 anni abbiamo avuto un calo del -12%.

Francia, Cina, Russia, Polonia hanno forti percentuali in crescita sul panorama mondiale, dove gli americani regnano incontrastati, seguiti da Germania, Inghilterra e Giappone.

Nel panorama della situazione in Italia il fatto che molte aziende non risultino più tra le prime dipende solamente dal fatto che non sono più tra le prime 30 in ordine di spesa in pubblicità. Aziende come la Fiat nei settori tradizionali e di grande consumo hanno avuto fattori molto altalenanti: 2° nel 2003, 9° nel 2004 ed ora dopo non si sa effettivamente quanto tempo, come per magia sembra aver ripreso la strada giusta..... Settori nuovi come la telefonia mobile hanno preso una buona fetta di mercato per la pubblicità, il settore alimentare vede uno sviluppo della spesa in pubblicità del +23%, la cosmetica un +10%, per non parlare poi delle finanziarie.

Può risultare particolare il fatto che internet abbia un pò risollevato il mercato, ma è la verità. Quando il mercato comincia ad essere saturo c'è bisogno di nuove idee, ed internet ha avuto la capacità di risollevare le sorti di molte nazioni dando spazio a nuove idee e nuovi concetti di marketing e pubblicità, arrivando a colpire un numero vastissimo di interessati e non e capovolgendo i concetti di sviluppo marketing e strategie di comunicazione con implementazione di mezzi sussidiari.

C'è da sperare che il nostro paese impari a fare un buon uso di questo mezzo e che lo sappia sviluppare per ancora nuove idee, magari le nostre... non sarebbe poi così male.

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