Quando venni a sapere i primi giorni di febbraio, alla stazione di Milano della mostra che si sarebbe tenuta a Roma con inugurazione il 1° Marzo alla Stazione Termini, Mezzanino Giallo dell'Ala Mazzoniana, mi sono detto, non posso mancare! e così ci sono andato!
Devo dire che a livello di coinvolgimento è stata una vera e propria delusione: poca affluenza, poco interesse, ma soprattutto l'impressione che ho avuto è che non avesse avuto alcun richiamo particolare da suscitare interesse anche dagli addetti alla pubblicità. La prima cosa che ho pensato è stata sicuramente negativa, mi aspettavo tanta bella gente del mondo della pubblicità, anche se non era una mostra poi così tanto spettacolare come un utente professionista si aspetti; poi faccio un attimo di mente locale e ricordo che sul marciapiede del binario 21/22 della stazione di Milano era stata esposta proprio questa mostra (aperta fino al 26 novembre 2006) e che presenta oltre 50 manifesti e spot televisivi che il Giurì dell'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria ha vietato di pubblicare. La Mostra suscitò grande entusiasmo e curiosità presso il pubblico milanese, registrando oltre un milione di visitatori. (ndr)
Comunque entrando nel merito della mostra
PUBBLICITA' CON GIUDIZIO "40 anni di pubblicità vista dal Giurì" è una mostra molto carina ricca di tanti punti salienti, e poi è stata organizzata sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica dallo
IAP (Istituto Autodisciplina Pubblicitaria). "
Sviluppata lungo un percorso che tratta alcuni temi significativi della comunicazione, intende illustrare il delicato e responsabile compito della valutazione dei messaggi pubblicitari. Grazie a questa sorta di dietro le quinte, si offre al pubblico, fuori dall'area specialistica, materiale inedito per meglio apprezzare l'importanza culturale e sociale di un settore che sempre più incide nel "costume".
La Mostra si compone di 6 sezioni:
- "Il corpo dei desideri" con numerosi esempi di interventi a tutela della dignità della persona;
- "Credere o non credere", sulla verità in pubblicità;
- "Colpire l'occhio" quando la pubblicità veicola immagini cruente e scioccanti;
- "La cintura di sicurezza" che esprime il rispetto di regole di prudenza, ad esempio, nella guida di veicoli, e l'affermazione di modelli di consumo delle bevande alcoliche ispirati a misura;
- "Scherza coi fanti" inerente il rispetto della sensibilità religiosa;
- e infine "I bambini ci guardano" in relazione ai diritti dell'infanzia.
L’allestimento è realizzato in collaborazione con Grandi Stazioni spa, Fondazione Antonio Mazzotta e con Moruzzi Communications Group. Curatore della Mostra è il prof. Liborio Termine; il catalogo è distribuito dalla Edizioni Gabriele Mazzotta.
Domani fornirò per coloro che non possono o non hanno potuto vedere alcune delle più salienti immagini della mostra.
1 commenti:
Caro Leonardo,
La mostra arriva a Roma dopo essere stata a Milano. Nella mostra vi sono anche annunci che in realtà sono stati giudicati ma non condannati dal giurì [di uno sono certo poichè è di uno dei brand che seguivo quando ero in azienda] e quindi il messaggio veicolato è scorretto.
La Moruzzi Communication sarà del solito nipote dello zio di poichè non ha neanche un sito internet e figura come editore di free press di quart'ordine..........credo siano elementi sufficienti a quialificare la mostra.
Un abbraccio.
Pier Luca Santoro
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